Cristina Rodda

Cristina Rodda

Come ti stai allenando/preparando per il mondiale o come ti sei preparato per questo mondiale?
Premetto che per me la convocazione a questo mondiale è stata una incredibile sorpresa inaspettata, giunta alla conclusione del campionato italiano estivo indoor, dopo il quale avevo pensato di potermi concedere un periodo di scarico e staccare un po’ dalla piscina per dedicarmi, per quanto possibile, al mare.
Invece, con mia grandissima gioia, ho dovuto rivedere i programmi di quest’ultimo mese e mezzo!
Ho la grande fortuna di potermi allenare tutto l’anno con un numeroso gruppo agonisti, col mio compagno Silvio Mercandante, i quali anche in questo periodo mi hanno supportata e aiutata con la preparazione e con Andrea Vitturini, il quale oltre ad essere il mio allenatore ed esperto in campo internazionale, sarà mio futuro compagno di squadra in nazionale. Subito dopo gli italiani gli allenamenti son stati più intensi puntando più sul carico fisico che apneistico, per cui tanta superficie.
Negli ultimi 15 giorni l’attenzione si è spostata maggiormente sull’apnea, alla ricerca della qualità tecnica e di qualche submassimale.
In questi pochi giorni, che ci separano dall’inizio del mondiale, scarico completo.

Quale delle discipline che affronterai ai mondiali è quella che preferisci e su cui punterai maggiormente?
Le mie discipline preferite sono la Dnf e la Dyn. La Sta  è particolare e quest’anno il mio rapporto con questa specialità è stato piuttosto conflittuale…Probabilmente quella in cui potrò avere qualche remota chance di qualifica è la dyn.

Come definisci la tua stagione quest’anno?
Direi che la mi stagione quest’anno è stata decisamente in grande crescita, superiore alle mie aspettative.
Ho disputato diverse gare e quasi tutte con grande soddisfazione, alcune coronate da titoli italiani. Poi la ciliegina sulla torta la convocazione in nazionale.
Se all’inizio della stagione mi avessero chiesto una previsione non mi sarei immaginata tutto ciò, nonostante l’impegno e la determinazione non siano mancati.

Cosa ti aspetti da questi campionati del mondo?
Cosa mi aspetto… difficile dirlo! Non conosco praticamente le avversarie, a parte le mie compagne di squadra che quasi sicuramente saranno le più forti e soprattutto è la mia prima partecipazione a gare internazionali per cui non ho assolutamente idea di quali possano essere le emozioni in gioco. Quello che cercherò di fare, e spero di riuscirci, è essere me stessa e mantenere il trend positivo di questa annata più estremamente positiva. Se poi dovesse arrivare anche un risultato… non oso immaginarlo.

Quale è il tuo stato di preparazione fisica e psicologica?
Direi discreti, il lavoro fisico c’è stato e nonostante il momento professionale molto difficile che sto attraversando, l’aspetto psicologico sta tenendo, ma non voglio gridarlo troppo forte!

Segui un’alimentazione particolare nella fase di preparazione alla gara?
Non sto seguendo un’alimentazione particolare, anche se dovrei perdere qualche grammo di zavorra ;-), ciò che sto cercando di fare è quello di privilegiare alimenti ricchi di acqua,frutta e verdura e non troppo carichi di grassi.

Come ti prepari prima di ogni gara? se li hai, quali sono i tuoi rituali pregara?
Fino a poco prima della mezz’ora di riscaldamento in genere cerco di esser tranquilla e contenere l’emozione, a volte manifestando ad altri la “paura” della gara…Poi utilizzo parte della mezzora per riscaldarmi, ma più che altro per il riflesso di immersione, infatti i miei riscaldamenti prevedono poco nuoto e qualche prova in apnea piuttosto breve. 10′ prima del conto alla rovescia mi rilasso o in acqua o a bordo vasca. Dopo di che via…
Rituali? Sinceramente non credo di averne di consci, nemmeno il riscaldamento è sempre perfettamente lo stesso, qualche volta cerco ancora la “sistemazione” migliore a pochi minuti dalla partenza. Forse l’unico rituale è la respirazione dei 3′, ma nemmeno in questo caso sono una certezza!

Cosa è l’apnea per te?
Ho sempre praticato sport in passato, anche a livello agonistico, che mi han dato grandi soddisfazioni, però ad un certo punto, per sopraggiunti limiti di età, ho dovuto smettere di praticare. L’apnea (scoperta da me in età non proprio da ragazzina 😉 rappresenta una “seconda giovinezza sportiva” nella quale ripercorro con maggior consapevolezza alcune delle tappe del passato e in più, grazie al rapporto intimo che si crea con se stessi, mi dona maggior forza e resilienza che mi porto nella vita quotidiana.